«Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu».
È con queste parole della nota canzone italiana degli anni ‘60 che viene pubblicato il primo settimanale di ottobre di Vanity Fair.
Quasi come se venisse urlato dalla copertina della rivista, un titolo del genere è un evergreen che non passa mai. È un intramontabile messaggio di imposizione del proprio io che pretende di andare contro, e oltre, i paragoni e i giudizi esterni.
Questo sembra urlare il titolo di Vanity Fair, ed esattamente questo sembra venga trasmesso dallo sguardo fisso, intenso e sicuro di sé dell’attrice – presentatrice spagnola Vanessa Incontrada.
Il suo è un atto quasi estremo che, se così non fosse stato, non avrebbe avuto l’impatto desiderato.
L’attrice ha deciso di posare nuda per l’edizione italiana della rivista inglese quasi come se volesse mettere un punto a tutte le critiche subite negli anni per la sua fisicità imperfetta. E se invece di una fine questo fosse proprio un inizio?
L’unicità dei difetti
Posando in nudo integrale la Incontrada, è come se si fosse svestita di tutte le sue insicurezze e di tutti i giudizi accumulati nel tempo volendo, altresì, affermare la propria bellezza imperfetta.
Sì, bellezza imperfetta: argomento discusso da sempre in una società, che però, preferisce non parlarne.
Invece, con questa sfida travestita da monito, è proprio di questo che si parla. Viviamo i nostri giorni, ormai, con dei prototipi di bellezza sempre più finti e preimpostati. Complici anche l’uso smodato e inflazionato dei social network, l’immagine della bellezza semplice e naïf non esiste più. Ci imbattiamo ogni giorno in foto di ragazze dalle forme perfette, dai visi lisci e luminosi, senza una piega, una ruga, o una semplice macchia. Ma cosa c’è di vero in tutto questo?
E soprattutto: chi ha deciso che questa debba essere la perfezione? “L’imperfezione è bellezza” pronunciava giusto qualche anno fa una delle figure più iconiche per quel che concerne la bellezza.
E così come lo pronunciò Marilyn Monroe verso gli anni ‘50, così l’ha cantato Caterina Caselli dieci anni dopo, e così lo urla a tutta la nazione Vanessa Incontrada. Servendosi della stessa arma che ci ha plasmati fino ad oggi, Vanessa ha usato il potere mediatico che dalla carta stampata è approdato su internet per far valere la sua, e per contrastare il “Body Shaming”. Finalmente.
Cos’è il Body Shaming?
Per chi non lo sapesse, letteralmente questo inglesismo sta a indicare la “derisione del corpo”: è una forma di bullismo contro l’aspetto fisico di un determinato individuo e le sue forme.
E all’improvviso giunse una voce fuori campo…
«Quando vedo abbassare lo sguardo di una donna perché viene criticata per come si veste, per come si trucca, se è magra, se è grassa, quanto profumo si mette, come guida, quanto parla… Se è troppo maschile, se è troppo femminile, se è troppo libertina è una poco di buono, se non lo è, è troppo rigida. Ogni volta mi ricordo di quante volte io ho abbassato lo sguardo per quello che mi son sentita dire, finché ho capito che nessuno ti può giudicare».
In questo modo si è confermata Vanessa Incontrada: come una vera e propria paladina dell’accettazione di sé, si è rivolta a tutte quelle ragazze che non hanno mai avuto il coraggio di emergere in questa società, perché sopraffatte dalle insicurezze.
Per poter finalmente alzare quello sguardo che è rimasto basso per l’imbarazzo per troppo tempo, e riuscire a guardare in modo fiero e indifferente ogni persona che vi sia davanti.
Quando il ritocchino è naturale: ecco perché affidarsi a un chirurgo plastico professionista
Una serenità che può essere riconquistata anche mediante un ritocco medico estetico dai risultati assolutamente naturali, senza stravolgere la propria immagine. Il miglior risultato è quello che non si vede: la bellezza non è omologazione, e una piccola imperfezione rende ancora più unico e naturale il tuo aspetto. Ecco cosa significa affidarsi ai migliori chirurghi estetici: far fuoriuscire la bellezza che è in te e che si sposa perfettamente alla tua immagine di partenza. Non essere qualcun altro, ma essere te stessa. Sempre.