La bellezza nel tempo cambia, così come le mode. Basta pensare alla fisicità di Marilyn Monroe al confronto con Bar Refaeli. Ecco come cambiano le icone
I canoni della bellezza maschile sembrano congelati nel tempo, risalenti a circa tremila anni fa e rimasti sempre gli stessi. Per quanto riguarda il corpo femminile, però, l’argomento è ben diverso. La bellezza nel tempo, infatti, cambia e le icone sono sempre diverse da epoca in epoca e da cultura in cultura.
La bellezza femminile è cambiata negli anni in modo davvero incredibile, basti dare un’occhiata ai capolavori della storia dell’arte o alle icone dello spettacolo. Questo perché la bellezza è un concetto relativo e legato indissolubilmente alla cultura e alla società dell’epoca in cui si vive. Dai fianchi rotondi e il seno poco accennato dell’antica Grecia, alla vita strettissima dell’epoca vittoriana, al fisico a clessidra e curvy delle donne degli anni ’50 e i corpi androgini dei ’60 e dei ’90.
Al giorno d’oggi, i canoni della bellezza femminile non sono ben definiti, sono decisamente eterogenei e non si riesce a individuare un modello unico: alle curve stratosferiche ed esagerate di Kim Kardashian, ad esempio, si accostano le forme normali della bellissima Kate Winslet o il fisico longilineo di una Emily Ratajkowski.
Com’è cambiata la bellezza nel tempo?
La bellezza nel tempo: il corpo femminile tra le varie epoche
L’evoluzione della bellezza nel tempo è legata alla percezione della donna nella società, così come cambia il suo ruolo nel tempo, così cambiano i canoni della bellezza e le icone di stile.
Ecco i vari cambiamenti:
- Antico Egitto: in quest’epoca, le donne erano molto libere e potenti nella società. L’ideale di bellezza era quello della donna magra e longilinea, con lunghissimi capelli neri e lisci e uno sguardo profondo messo in risalto con un trucco marcato.
- Antica Grecia: la donna greca viveva in una società uomo-centrica e, mentre l’ideale maschile era la perfezione che ancora oggi conosciamo, la donna era rotonda e formosa con fianchi e seni abbondanti.
- La Cina di Han: la società cinese è sempre stata patriarcale sin da tempi antichissimi, cosicché le donne avevano pochissimi diritti e un ruolo molto marginale. Le donne belle in quest’epoca erano quelle con il fisico molto sottile e delicato, capelli lunghi e neri, e labbra rosse e carnose che spiccavano su una pelle pallidissima. Ma la cosa più importante erano i piedi che dovevano essere piccolissimi. Ragione per cui, ancora ai giorni nostri, alcune donne li fasciano fin dall’età di 5-6 anni.
- Il Rinascimento italiano: figlia, moglie e soprattutto madre. La donna in quest’epoca è l’incarnazione di tutte le virtù, una sorta di esempio e un soggetto da proteggere. Soprattutto la donna era il riflesso diretto dell’uomo a cui era accanto e al proprio status, ecco perché mostrarsi in carne, rotonda e molto formosa, con fianchi e seni grandi significava star bene economicamente e in buona forma di salute. La pelle era pallida, le gote rosse e i capelli biondi e lunghi.
- L’età Vittoriana: l’età Vittoriana prende il nome proprio dalla Regina Vittoria che ha regnato dalla metà del 1800 all’inizio del 1900. La Regina ha influenzato la moda e i canoni di bellezza poiché, diventata moglie e madre da giovanissima, ha incarnato l’ideale della donna protettiva e materna, con vita strettissima da corsetti che mettevano in mostra i seni abbondanti e i fianchi molto ampi.
- Gli anni ’10: nei primi anni ’10 del ‘900, la donna era ancora strizzata in corsetti che creavano un vitino da vespa, ancora più stretto dell’epoca precedente, fianchi larghi e seni pieni. Ogni donna voleva quelle forme quasi estreme.
- Gli anni ’20: gli standard della bellezza femminile questa volta vengono dall’America. Gli uomini sono in guerra e le donne conquistano il diritto di voto e il diritto al lavoro. La libertà e l’indipendenza si riflettono anche sull’aspetto fisico che diventa di colpo mascolino, le curve sono bandite e i corpi sono magrissimi, il seno non pervenuto e compresso in reggiseni contenitivi. Anche i capelli si accorciano e il make-up diventa più spigoloso.
- Gli anni ’40 e ’50: Hollywood si erge a modello e i canoni della bellezza femminile si decidono sul grande schermo. È l’epoca della vita sottile e le curve “nei punti giusti” come quelle di Marilyn Monroe, Elisabeth Taylor e Rita Hayworth. Ma erano anche gli anni in cui si stava passando per un momento storico molto difficile a causa della guerra e oltre alle donne sensuali e svampite, erano di gran moda anche le donne forti, dall’aspetto fiero e mascolino come quello di Katherine Hepburn.
- Anni ’60 e ‘70: ed ecco gli anni del femminismo, della presa di coscienza delle donne di tutto il mondo che cominciano a mettere in mostra le gambe con l’invenzione della minigonna. Gli anni in cui la moda curvy cede il passo a un fisico quasi privo di forme, magrissimo. Il trapezio si sostituisce alla clessidra e il modello da prendere come ispirazione è l’adolescenza. Le star dell’epoca erano Jane Birkin, Farrah Fawcett e Jane Fonda, che si dedicava addirittura alle lezioni di aerobica vendute in VHS, senza dimenticare la modella androgina Twiggy, colei che per prima ha indossato la minigonna.
- Anni ’90: l’era delle “heroin chic” di cui la modella inglese Kate Moss è l’esempio più lampante. Un fisico androgino e estremamente magro, viso emaciato e stile grunge fatto di jeans dall’aspetto vissuto, maglioni sformati e bucati e sguardo vuoto.
- Il nuovo millennio: dopo i visi scarni e pallidi si torna alla bellezza fatta di fisici asciutti ma in forma e salute. Pelle abbronzata, addominali scolpiti, gambe toniche e lunghissime, il personal trainer come migliore amico.
- Il 2010: e arriviamo ai giorni nostri dove il protagonista assoluto della bellezza femminile è il lato B e le curve davvero esagerate con un vitino esile e definito. Le modelle da prendere ad esempio sono le cantanti Nicki Minaj, J.Lo e la showgirl Kim Kardashian che fanno dell’abbondanza il nuovo mantra.