Mascherine antibatteriche: croce e delizia ai tempi del Covid-19.
Sarà forse un po’ troppo pretenzioso dirlo in chiave lirica ma la situazione che stiamo vivendo da 7 mesi a questa parte non si può descrivere in modo più fedele.
Mi spiego meglio: a causa di questa epidemia da Covid-19, il governo ha imposto l’uso obbligatorio delle mascherine antibatteriche, una misura preventiva contro la diffusione e la contrazione del virus.
Quindi “delizia” dal momento che, senza questa misura preventiva, tutti noi saremmo maggiormente a rischio e il ruolo protettivo della mascherina non può che esserci d’aiuto.
D’altra parte, però, indossare quotidianamente mascherine in tessuto o in polipropilene, che aderiscono e occludono gran parte del viso, può comportare effetti negativi a livello cutaneo.
Quali reazioni cutanee provocano le mascherine antibatteriche?
Caldo, sudore, umidità, sfregamento e poca traspirazione. Sono questi i fattori scatenanti della comparsa di rossori, pruriti e irritazioni. Generalmente si può variare dall’allergia alla pelle alla dermatite irritativa: indossare le mascherine antibatteriche, in ogni caso, salva da un lato e rovina dall’altro. Ecco la “croce” di cui parlavo prima ed ecco spiegata la chiave lirica!
Vivere la propria vita indossando una misura preventiva del genere, significa passare gran parte della giornata respirando nella mascherina. Quest’azione, a sua volta, produce inevitabilmente una serie di reazioni cutanee. Per chi ha la pelle grassa, il respiro intrappolato e il sudore dai quali scaturisce l’umidità, aggiunti alle secrezioni oleose della pelle, danno vita ad un vero e proprio “effetto condensa”.
Quest’ultimo, a lungo andare, può provocare un’ostruzione dei pori, esacerbando l’insorgenza di acne e punti neri sulla pelle. Per questo motivo, tra le varie terminologie sorte in questo lungo e noioso periodo, è stata creata una parola specifica per descrivere questo sfogo della pelle da mascherina: “maskne”, appunto un connubio tra mascherina e acne.
Per non parlare di chi ha la pelle secca o la pelle sensibile. Di facile manifestazione potrebbe essere la dermatite irritativa da contatto o delle vere e proprie abrasioni localizzate nelle zone del contatto con la mascherina (nella parte posteriore delle orecchie, sul ponte nasale, sulle guance, sul mento e sul contorno labbra).
A prescindere dal contatto comunque, e nonostante vengano usati rigorosamente materiali anallergici, indossare prolungatamente queste mascherine antibatteriche realizzate con fibre sintetiche, elastici e ferretti metallici pò scatenare anche allergia della pelle o lievi sfoghi sul viso.
È un problema questo, che si riscontra nei periodi maggiormente caldi o nella normalità lavorativa degli operatori sanitari. È un problema questo, che può essere risolto seguendo i consigli degli esperti.
Sfatiamo invece il mito delle orecchie a sventola da mascherina! Le orecchie nell’adulto non sono modificabili e quindi anche un’applicazione continuata nel tempo non può favorire l’insorgenza di orecchie ad ansa.
Interventi di medicina estetica: come ridare vigore ed elasticità alla tua pelle
Una delle conseguenze forse più importanti e permanenti delle mascherine anti-Covid è, a lungo andare, una forte disidratazione cutanea.
Per quanto possa sembrare fine a se stessa, l’idratazione della pelle influisce sulla quasi totalità estetica della nostra cute e, di conseguenza, del nostro viso.
La disidratazione comporta infatti il rilassamento cutaneo, a sua volta causa di perdita di tonicità ed elasticità.
Questo avviene a causa del mancato rinnovamento del collagene ed elastina, due sostanze fondamentali per struttura della nostra cute.
Conseguenza? La pelle appare più spenta e meno levigata e incrementa la comparsa delle rughe del viso. Le mascherine anti-covid che utilizziamo nel quotidiano, seccano la pelle e rallentano proprio la naturale formazione di collagene ed elastina.
Cosa fare?
Potresti anzitutto ricorrere a trattamenti giornalieri di skin care che comprendono l’uso di creme idratanti e integrazioni di vitamina C, (importantissima per contrastare il rilassamento cutaneo).
Se nonostante i dovuti accorgimenti e metodi naturali la situazione dovesse rimanere invariata, non è da escludere un consulto con un chirurgo estetico esperto e affidabile. Lui saprà consigliarti se sottoporti, per esempio, a sedute di Peeling, Laser per macchie da abrasioni, Filler, o Botox.
In cosa consistono?
- Laser per macchie da abrasioni: Si tratta di un trattamento per niente invasivo, che non lascia cicatrici, con tempi brevi di recupero, e che non ha bisogno di anestesia. Esso consente di eliminare le cellule in maniera selettiva, mirando a quelle con accumuli di pigmento melanico (lentiggini solari, efelidi, macchie cutanee, macchie da abrasioni).
- Peeling Chimico: Applicazione mirata di prodotti chimici sulla pelle, al fine di rimuovere gli strati di cellule a livello superficiale e/o profondo, stimolando la rigenerazione cellulare.
- Filler: Ci si riferisce a materiali di riempimento iniettati tramite degli aghi sottilissimi e che permettono di modellare la forma e il volume della zona interessata (VIDEO del Dott. La Rusca che spiega brevemente il trattamento).
- Botox: Trattamento a base di tossina botulinica che, iniettata nella zona di interesse, blocca temporaneamente gli impulsi nervosi, riducendo così rughe e solchi.
Hai bisogno di un consiglio di uno specialista per la salute e la bellezza della tua pelle? COMPILA IL FORM CONTATTI e invia la tua richiesta al Dott. Ivan La Rusca, specializzato in Chirurgia Plastica ed Estetica: riceverai una risposta nel minor tempo possibile.